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Fossa Imhoff: come funziona e quali sono i costi

Il lavoro della fossa Imhoff

La Fossa Imhoff è stata ideata per correggere il principale inconveniente delle fosse biologiche. Infatti le vasche tradizionali, biocamerali o tricamerali che siano, trattano solo parzialmente le acque reflue, scaricando un effluente ancora ricco di materiale organico e questo è un potenziale problema per la salute pubblica e ambientale.

Sarà il caso di specificare che la realizzazione delle tradizionali fosse biologiche permette di rimuovere solo circa il 50% del totale dei solidi sospesi con circa il 30% di rendimento massimo di rimozione del BOD-5, parametro che misura, tramite la quantità residua di ossigeno, le sostanze organiche degradabili in acqua batteriologicamente. Infatti i batteri che vengono utilizzati per la decomposizione del materiale refluo consumano ossigeno e questo consumo, diventa un marcatore la cui misura viene rilevata nei cinque giorni.

Il fatto che nell’acqua sia presente molto ossigeno indica che i batteri possono stimolare altrettanta capacità di depurazione da parte del liquido. Un basso contenuto di ossigeno invece indica un basso rendimento della componente batterica aerobica. Quando questo succede, sono i batteri anaerobi a continuare la decomposizione che però libererà acido solfidrico, una sostanza tossica. Nelle normali fosse biologiche i gas prodotti restano intrappolati nella camera di sedimentazione “disturbandone” i processi.

Fossa Imhoff: caratteristiche tecniche

 

Le Fosse Imhoff rappresentano un miglioramento rispetto alle normali fosse settiche proprio perché eliminano il contatto tra il flusso dei rifiuti e il fango di digestione anaerobica, riducono il periodo di attesa nel compartimento di decantazione primario e permettono ai gas di sfiatare.

La fossa asettica imhoff, che prende il nome dal suo ideatore, il tedesco Karl Imhoff, può essere circolare o rettangolare ed è divisa in tre scomparti comunicanti. Il comparto superiore è quello per la sedimentazione mentre in quello inferiore avviene la digestione dei fanghi. La terza sezione permette lo sfiato del gas e il deposito del prodotto di smaltimento.

La fossa funziona in modo automatico. Il liquame entra nel serbatoio di sedimentazione, il cui fondo inclinato e sagomato a tramoggia (a V cioè) ha una serie di fessure. I solidi si depositano nel serbatoio superiore e scivolano a livello inferiore mentre la materia galleggiante resta a formare la crosta.

Nella parte inferiore i solidi stabilizzati rimangono immagazzinati per un periodo di circa 30-45 giorni durante i quali vengono ulteriormente stabilizzati e convertiti dai batteri in acidi organici e gas. Questi vengono deviati dai diaframmi verso i canali di sfiato e non possono interferire con l’ulteriore processo di assestamento dei solidi stabilizzati che, infine, potranno essere estratti per mezzo di un tubo idrostatico. Il materiale digerito nel livello inferiore della fossa, è di colore nero e non ha odore.

La frazione liquida rimane nel serbatoio solo alcune ore, mentre i solidi restano nella camera di digestione per diversi anni.

Realizzazione vasca imhoff

La Fossa Imhoff è semplice nel suo funzionamento e il processo di conversione è uniforme e continuo. Questo tipo di serbatoio viene solitamente costruito sottoterra in cemento armato, e quindi è resistente all’azione meccanica di radici e agli urti organici. Sul mercato sono disponibili anche disegni standardizzati. L’unico aspetto problematico di questi serbatoi è che richiedono una profondità di 8-10 metri e un controllo operativo costante.

Anche se la realizzazione della Fossa Imhoff richiede particolare perizia, e i costi di costruzione sono leggermente superiori ai costi di una fossa settica, il suo utilizzo è semplice e affidabile purchè progettazione e installazione siano state eseguite a regola d’arte e con materiali di prima qualità. Inoltre, l’effluente rimane fresco, cioè non settico e i costi operativi sono particolarmente bassi.

La manutenzione consiste nel controllo regolare della tenuta dell’acqua, della schiuma e del fango, nella rimozione della crosta che avviene attraverso un pozzetto apposito. I fanghi vanno estratti ogni 1-5 anni e scaricati correttamente. Effluenti e fanghi hanno bisogno di un secondo trattamento, se il fango viene compostato, direttamente o dopo l’essiccazione, può essere utilizzato come fertilizzante.

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